Il 12 marzo 2025 il Consiglio d’Europa ha adottato la prima Convenzione internazionale volta a tutelare la professione di avvocato, un passo significativo per rafforzare lo Stato di diritto e garantire l’indipendenza dell’avvocatura. La Convenzione nasce in risposta al crescente numero di segnalazioni riguardanti attacchi, interferenze e minacce rivolte agli avvocati nell’esercizio della loro funzione.
Il ruolo dell’avvocato è centrale nel garantire l’accesso alla giustizia e nella difesa dei diritti umani: da ciò deriva la necessità di un quadro giuridico che ne salvaguardi l’indipendenza e la sicurezza. La fiducia dei cittadini nei sistemi giudiziari, infatti, dipende anche dalla possibilità per gli avvocati di operare liberamente e senza pressioni indebite, in particolare nei procedimenti sensibili che coinvolgono diritti umani e questioni politiche.
La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla protezione della professione di avvocato si applica sia agli avvocati che alle loro associazioni professionali. Tra i temi affrontati:
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il diritto a esercitare liberamente la professione,
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le garanzie in materia di libertà di espressione,
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la disciplina forense,
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le misure di protezione contro minacce, molestie e interferenze,
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il riconoscimento dell’indipendenza delle associazioni professionali.
Gli Stati firmatari saranno tenuti a garantire che gli avvocati possano svolgere il proprio lavoro senza essere vittime di intimidazioni, aggressioni fisiche o ostacoli indebiti. In caso di comportamenti penalmente rilevanti, dovranno essere condotte indagini efficaci. La Convenzione impone inoltre che le associazioni forensi possano operare in modo autonomo e indipendente.
La firma ufficiale della Convenzione è avvenuta il 13 maggio a Lussemburgo, durante la riunione dei ministri degli Affari esteri del Consiglio d’Europa.
Per l’entrata in vigore, è comuque necessaria la ratifica da parte di almeno otto Stati, di cui sei membri del Consiglio d’Europa. L’Italia l’ha sottoscritta lo scorso maggio.
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